Si trova in Gran Bretagna l'anello d'epoca romana che avrebbe ispirato Tolkien nella stesura della trilogia del Signore degli Anelli. A suggerire la possibilità che il monile d'oro, ritrovato nel 18° secolo da un contadino nella città di Silchester, fondata dai romani, sia lo lo stesso che lo scrittore inglese immaginò nelle mani di Bilbo e Frodo Baggins, sono stati gli studiosi dell'opera e i curatori di una mostra organizzata a The Vyne, una residenza dell'epoca Tudor nel New Hampshire. Si sa che le fonti di Tolkien, docente a Oxford prima di diventare noto come scrittore, sono letterarie “E’ dunque affascinante vedere la prova fisica dell'esistenza di questo anello, collegato a Tolkien dall'iscrizione riportata sulla superficie“, ha raccontato Lynn Forest-Hill, studiosa del Tolkien Trust, al quotidiano inglese The Guardian. Sull'anello si legge in latino "Senicianus vive bene in Dio", che collega il gioiello ad una tavoletta ritrovata nella vicina località di Dwarf Hill (ovvero la Collina dei nani). In quest'ultima un certo Silvianus parla di un anello rubato e lancia una maledizione: “Nessuno che porti il nome di Senicianus abbia salute fino a quando non avrà riportato l'anello al tempio di Nodens”.
Sia l'anello della famiglia Chute, proprietaria della residenza The Vyne, che la maledizione ad esso collegata, sono stati oggetto di studio da parte di Tolkien, nell'ambito del suo lavoro accademico, nei due anni precedenti la stesura di Lo Hobbit, opera prima con “l'Unico anello” protagonista. Il gioiello, le cui grandi dimensioni fanno pensare che il proprietario lo indossasse soltanto con i guanti, a differenza di quello tanto caro a Sauron e a Gollum presenta però sulla fascia esterna un'iscrizione in latino e una testa di leone.
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