siti

martedì 20 agosto 2013

L'orribile karma della formica e la voglia di sorridere

Anche se l'estate è già nella sua fase discendente, se qualcuno deve ancora andare in vacanza e ha bisogno di un rapido consiglio per portarsi un libro in valigia, consiglio decisamente L'orribile karma della formica di David Safier. È vero che è uscito già qualche anno fa, ma è stato recentemente ristampato nella collana Pickwick ed è quindi piuttosto agile, tanto nel formato che nel prezzo.
Si tratta di un'opera leggera, che al lettore chiede solo lo "sforzo" di divertirsi senza bombardarlo con sottintesi, filosofie, significati nascosti o quant'altro. Ecco perché, pur essendo adatta a qualsiasi persona abbia voglia di sorridere sfogliando un buon libro in qualunque momento dell'anno, è particolarmente adatta al popolo dei vacanzieri estivi, che vogliono rilassarsi sotto l'ombrellone o in un fresco prato di montagna senza pensare a niente dopo le pressioni del lavoro o della scuola.
Non vorrei dilungarmi troppo sulla trama per non rovinare il gusto di esplorarla. Diciamo che la protagonista è Kim, una bella giornalista televisiva all'apice della carriera, un po' larga sui fianchi (e non lo dico per razzismo ma perché questo particolare riveste una certa importanza in un episodio della storia...) ma estremamente attraente e desiderabile. Per alimentare l'ascesa della carriera trascura il marito e una figlia, quindi la sua vita privata è un disastro per quanto è brillante quella professionale. La nostra anchorwoman, dopo aver ceduto alla tentazione di commettere adulterio con un collega belloccio, muore in una maniera a dir poco grottesca e torna in vita sotto forma di una formica. A spiegarle i motivi di ciò è Buddha in persona, che le rivela anche cosa occorre fare per salire la scala gerarchica del regno animale, una reincarnazione dietro l'altra, e poter aspirare al Nirvana. E qui mi fermo per non svelare troppo.... Dico solo che al fianco di Kim, per compiere il viaggio verso la redenzione, c'è Casanova, il leggendario amante veneziano a sua volta trasformato in un formicone con le ali. Entrambi, passo passo, capiranno quali sono stati gli errori che li hanno costretti a ripartire dalle viscere di un formicaio. La scalata verso quella luce che continua a respingerli è divertentissima e piena di frasi che sarà impossibile non appuntarsi da qualche parte, per poi rivendersele nelle serate tra amici.
Tra tante rose, ovviamente c'è anche la spina: non mi è piaciuto il finale. A conclusione di un ritmo così incalzante e rutilante, le ultime pagine sono un calo di stile inaspettato, un polpettone dell'ovvio, come se l'autore si fosse stufato di continuare a costruire la sua opera seguendo l'impalcatura già edificata e avesse deciso di chiudere in fretta tirando via. Un po' dispiace, ma è una cosa che si può sopportare.

Nessun commento:

Posta un commento