E' arrivato il giorno atteso da tutti i fan di Stephen King, oggetto addirittura di un conto alla rovescia sui social network che ha aiutato i più impazienti a ingannare l'attesa. E' approdato sugli scaffali Doctor Sleep, il seguito di Shining inizialmente previsto per marzo. La febbre di chi lo aveva letto e il tam tam mediatico che hanno avvolto l'opera, però, hanno aiutato chi di dovere ad accorciare i tempi di oltre un mese.
Ne è valsa la pena, a giudicare dall'entusiasmo che da giorni si registra sui siti, sulla stampa e ovunque ci sia un crogiolo di menti che inneggiano a King. Del resto, a prescindere da qualche colpo a vuoto che anche lui ha accusato nella sua lunga carriera, stiamo parlando di uno scrittore che ha una capacità rara di dare spessore ai propri personaggi, tanto ai protagonisti che a quelli secondari. Figuriamoci se si tratta addirittura di Danny Torrance, sopravvissuto al crollo dell'Overlook Hotel. Lo ritroviamo, anni dopo, cresciuto e diventato il dottor Sonno (doctor Sleep, appunto) in un ospizio per malati terminali dove sfrutta il suo dono, il luccichio (lo Shining). Ha attraversato città e varie fasi dell'alcolismo e dell'abuso di droga, ma finalmente ha un'occasione di riscattare una vita triste e cupa. Di più non mi dilungo, un po' perché ne ho parlato qui, un po' perché, per vari motivi, non ho ancora la mia copia in pugno e dunque non mi sono ancora immerso nella lettura. Da quello che già filtra, però, è che si viene sapere cosa è successo a tutti i personaggi del primo libro, e scoprire il percorso di mamma Wendy appena fuggita dalle nevi dell'orrore è quanto mai stimolante.
King ha confessato di aver desiderato per anni di riallacciare i fili della vicenda di Shining e di essere felicissimo di esserci riuscito, alla fine. Molto bene, a quanto si sente dire.
Non è la prima volta che il Re si cimenta con le avventure di un ragazzo la cui prima storia è finita mentre è ancora nell'infanzia. Lo aveva fatto, insieme a Peter Straub, in occasione della stesura de La casa del buio, sequel de Il Talismano. Così i lettori hanno potuto chiudere il cerchio sulla parabola di Jack Sawyer, che nel frattempo è cresciuto. Questa volta Mr. Stephen è da solo, con il suo genio, le sue paure, i suoi incubi e la sua capacità di incatenare il pubblico alle pagine. Il giro sull'ottovolante ha l'aria di essere meritevole...
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